Un lavoro di semplice attesa,
sei mesi di stasi apparente.

Contrariamente alla barriera mentale che poniamo tra il mondo animale e quello vegetale, i Greci definivano una certa continuità tra gli umani e le piante, suggerita da una sorta di ambiguità corporea, un affascinante interscambio delle forme e, in sintesi, la stretta parentela visiva e oggettiva degli esseri viventi.
Quella prossimità evocata anche da Dante [che immagina come Federico II possa affermare che Omo è legno animato] è ripresa da Leonardo, attento studioso del Poeta e dei testi classici.
Leonardo era nutrito di immagini e ricordi provenienti dalla vita quotidiana e rurale, un mondo nel quale, nelle campagne di Vinci, era cresciuto. Quella prospettiva lo aveva abituato ad osservare la natura prima che si affacciasse al mondo degli intellettuali, e lo portò a riflettere sul fatto che le piante, gli animali e l’uomo appartengono ad un comune orizzonte dei viventi.
Così scriveva in un trattato sugli studi anatomici:
Il core è il nocciolo che genera l’albero di vene. Le vene hanno origine dal core, dov’è la lor maggior grossezza, né mai si trova pianta che abbia origine dalle punte delle radici o altre ramificazioni, e la sperienza si vede dal nascimento del persico, che nasce dal suo nocciolo.
Pertanto, per Leonardo il corpo umano è come un albero, il cuore un nocciolo, le vene radici, il sangue linfa vitale.
E possiamo affermare che tutto germoglia da un nucleo e azzardare che tutto converge in un unico disegno di un gigantesco essere vivente, (ipotesi) Gaia – W. Golding – , in un continuo rapporto tra cosmografie del micromondo e del macromondo.

Anno 2014/2018-19 / Raccolto: autunno 2018 / Processo: variabile – autunno 2018/primavera 2019 / Materiali: tubero germogliato / Misure: variabili (8×7 cm)