Se cercare di tirare le fila di una vita vissuta circa 500 anni fa, non è, di per sé, un’impresa piana, tenerne le briglie dev’essere stata davvero un’attività incredibile. A maggior ragione se a condurla è stato il pittore, scultore, ingegnere, scienziato Leonardo da Vinci.
Un’esistenza, la sua, ricca di un fascino intricato che, a più riprese, si tinge di mistero, entusiasmo, sperimentazione e alchimia, con lo sfondo di una cultura personale del tutto amatoriale e sofferta; costruita lungo un’infanzia illegittima e un’educazione dilettantesca che richiederà il doppio della fatica per raggiungere la cultura dei suoi colleghi.
Di questo e molto altro disquisisce lo storico dell’arte Costantino D’Orazio, che nel suo libro Leonardo Segreto – appena pubblicato da Sperling & Kupfer – descrive in maniera avvincente le dinamiche di una vita vissuta nel segno meticoloso e sensibile dell’osservazione e sul terreno incerto della sperimentazione.
L’autore, infatti, ripercorre la vita instabile di Leonardo in una sorta di scansione cronologica che spiega con puntualità le vicende più note dell’artista, dai primi passi nella bottega del Verrocchio, fino alla realizzazione dell’opera icona della storia dell’arte – la Gioconda – per poi addentrarsi nell’aneddotica più particolareggiata, rendendo “umane” le leggende che spesso accompagnano i progetti mai realizzati o riusciti a metà e spiegando, a più riprese, che per ogni lavoro la storia riserva terribili coincidenze, tentativi inconcludenti o insensati errori di calcolo che, de facto, porteranno l’artista sulla soglia dei quarant’anni, senza alcun capolavoro ultimato.
Il libro scandisce i ruoli, con tanto di descrizione dei personaggi principali che animano la vita dell’artista, e avvia il racconto dal suo luogo natìo, Vinci, per poi approdare alla Firenze della seconda metà del Quattrocento, dove le vicende quotidiane del giovane talentuoso fanno da sfondo ad una ricerca all’avanguardia che spazia tra lo studio dell’Antico, la sperimentazione di immagini e le soluzioni tecniche tratte dall’esplorazione della natura.
Ci parla di un Leonardo curioso che eredita tutte le competenze del Verrocchio, attraverso l’esperienza del lavoro sul campo, per dare sfogo ad un estro creativo e un’energia inedita che saranno viste di buon occhio solo nei primi anni del Cinquecento.
Il libro descrive accuratamente tutti i suoi spostamenti, tra Firenze, Milano, Mantova, Roma, Amboise e le tappe intermedie, per narrare un maestro che fa del cambio del punto di vista, il suo biglietto da visita sin dall’inizio della sua carriera, cercando di scavalcare la tradizione anche attraverso l’improvvisazione, e investigando nei volumi e nel movimento dei corpi quell’istinto concreto e fedele alla realtà che lo distinguerà dai suoi contemporanei, più spirituali e intellettuali. Tra le tante vicende appassionanti raccontate da D’Orazio, troviamo, per esempio, la storia della committenza di una pala d’altare per la chiesa degli Agostiniani di San Donato a Scopeto che deve ritrarre l’Adorazione dei Magi. Qui Leonardo, rifacendosi alle sacre scritture, sconvolge la scena spesso ritratta con i personaggi allineati verso Maria (disposta ad una delle due estremità del dipinto), per posizionare la Vergine e il bambino al centro della composizione, con una folla di volti che ben si discosta dal classico corteo dei Magi e con una serie di enigmi ancora oggi irrisolti che porteranno gli Agostiniani a ritirare la commissione. Leggi tutto…