E alla fine Gaia, la terra senza più profondità, che ha perso ogni memoria della dimora sotterranea dei morti, è ora integralmente in balia della paura e della morte.
Da questa paura potranno guarire solo coloro che ritroveranno la memoria della loro duplice dimora, che ricorderanno che umana è solo quella vita in cui Gaia e Ctonìa restano inseparabili e unite.Giorgio Agamben
Mundus Cereris racconta di una continuità ininterrotta con i nostri progenitori; riporta all’intensa comunità tra il presente e il passato. Ed è un varco in cui la circolarità tra l’alto e il basso rivela che gli esseri viventi abitano costantemente e loro malgrado nel divario che unisce gli spazi orizzontali di Ge (Gaia) a quelli verticali di Chthon (Ctonìa), il mondo dei vivi a quello dei morti, il passato all’eterno presente.
Riflette sul concetto secondo cui Ctonìa sia la traccia di milioni di esseri viventi vissuti in un remoto passato, e non esclusivamente un residuo fossile da cui attingere energia.
Prova a rimetterci in connessione con la sfera profonda e autentica della nostra essenza.
È il carico di tutte le vite del mondo.
È un tentativo di mostrare ciò che accade oltre il perimetro della propria esistenza.
Il titolo del progetto riporta alla mente il mundus dei romani e traduce l’opera in una porta, una soglia, in cui la circolarità tra l’alto e il basso ne indica la profondità (profundus: altus et fundus) e ci fa tornare ad essere di casa negli spazi verticali di Chthon.
Il progetto trae libera ispirazione dal saggio “Gaia e Ctonia” pubblicato sulla rubrica mensile Una voce di Giorgio Agamben, sul sito Quodlibet.
Il lavoro site specific si ispira altresì alla natura dei Pirenei orientali e, nello specifico, alla morfologia del luogo scelto, il parco pubblico Espai Benestar a Sant Julià de Lòria (AND), caratterizzato da rocce metamorfiche – ardesia in prevalenza – e dal passaggio del fiume La Valira.
Si serve di questo paesaggio per creare un’intima connessione tra il luogo fisico e lo spazio mentale entro cui si muove l’opera, che diventa vettore di energia vitale e rigeneratrice.
La scultura è stata selezionata dai curatori Albert Gusi e Pere Moles per la 5a Biennal Internacional de Andorra – L’AND ART 23 – il cui tema è “La Muntanya en circulació“.
L’evento si tiene dal 15 settembre al 15 novembre 2023 presso gli spazi urbani e l’ex fabbrica del tabacco CATSA della municipalità di Sant Julià de Lòria, in Andorra.
Periodo: settembre – novembre 2023 / Materiali: ferro, arundo donax, ardesia / Misure ambientali: variabili – lunghezza 14 mt, ampiezza 3 mt, altezza 2,10 mt.
Credits
La realizzazione del lavoro è stata possibile grazie al supporto e al confronto con Antonio di Chiara che ha collaborato all’aspetto tecnico e creativo della struttura, e grazie ad Alessio Cristino che ha cooperato dal punto di vista logistico, tecnico, pratico e creativo, dal viaggio alla risoluzione dell’installazione.
Un ringraziamento speciale va all’artista Monique Bastiaans che mi ha donato creatività, tempo e pazienza per due infiniti giorni, durante la permanenza in Andorra.