Il lavoro, ispirato a Il Cavaliere Inesistente, pone l’accento su un parallelismo che nasce dal confronto con suor Teodora che, leggendo il libro, si scopre essere la narratrice del racconto di Italo Calvino.
Il filo si lancia per il foglio bianco; prende a correre da solo verso la verità che emerge dal fondo di pagine che si riempiono nonostante siamo all’inizio della storia. Ogni cosa scorre e si muove nella liscia pagina senza che nulla s’impigli, senza che nulla cambi nella sua superficie; una distesa della medesima materia si spande in consistenze diverse e in varie sfumature di colori fino a raggiungere forme e flussi che apparentemente scompigliano i fogli del libro senza tuttavia far in modo che nulla sostanzialmente si sposti. Nell’epilogo della vicenda la traccia, invece di scorrere veloce tra le dita, si rilassa in una spontaneità d’espressione, per poi intopparsi in un’assidua penitenza del “lasciare il segno” e meditare la sostanza ultima delle cose in una ricerca identitaria che porta al silenzio inducendo la narratrice e la narrazione verso un futuro che la scrittura sembra quasi inabile a raccontare.
Anno: 2012 / Materiali: carta, capelli, legno, pelle.